Hystrio

di Mario Luzi

Prima rappresentazione assoluta Ara di Ierone Siracusa, 8 settembre 1987

La Critica

Di PAOLA BORBONI e' stato scritto:

"...tutta improntata com'era ad un carattere di eccezionalità la presenza di Paola Borboni: immobile davanti al leggio, o animata dai suoi improvvisi guizzi di espressività, moltiplicandosi in un prologo, una nutri, un coro, l'attrice ha fatto la parte del leone negli applausi a scena aperta e in quelli finali, che accomunavano il regista, lo scenografo Manuel Giliberti e la costumista Raffaella Frasca e lo stesso autore chiamato a gran voce in palcoscenico".
Renzo Tian - "Il Messaggero"

"E in due o tre momenti splendidi Paola Borboni, anziana maestra nel breve prologo di una classe forse inesistente, forse santa in incognito o profetessa di una inascoltata "rigenerazione religiosa", e poi nutrice di Giulia, tentata come una giovinetta contro i suoi doveri dei propositi di rivolta della sua padroncina".
Nico Garrone - "La Repubblica"

"Un posto a se occupa, nello spettacolo, Paola Borboni, non tanto per la sua invitta canizie, quanto per il riverbero che questa Tiresia femminile getta, animandolo, su tutto lo spettacolo".
Giorgio Prosperi - "Il Tempo"

"...e allora Paola Borboni a incarnare, oltre che due antiche donne - nutrice e maestra - un "coro" che induce ad attenzione salmistica con riferimenti religiosi, e l'attrice rinnova allora con la dilatata scansione delle parole la magia della comunicazione, il pubblico vi si abbevera con diletto e applaude calorosamente".
Maricla Boggio - "L'Avanti"

DI SEBASTIANO LO MONACO:

"Su tutti, anche per le caratteristiche del ruolo, Sebastiano Lo Monaco, nella parte di Hystrio ci ha regalato una recita di grande maturità espressiva e controllata emozione. Ha recitato con forza, con arditezza s'è impossessato del ruolo come se gli spettasse di diritto: come se Luzi l'avesse scritto solo per lui e lui s'è concesso, gli ha dato tutta la sua bravura. Un'interpretazione che difficilmente dimenticheremo. E' giovane, ha molte frecce al suo arco, nel secondo monologo, nel finale della recita di Edipo la limpidezza della voce, i toni alti che pure trovano sfumature, il gesto secco, il suo fascino d'attore ci ha ricordato in qualche modo un attore che egli certamente ammira, Salvo Randone".
Giuseppe Liotta - "Il Giornale di Sicilia"

"Impegnatissimo Sebastiano Lo Monaco nel ruolo camaleontico di Hystrio, sostenuto con inesausto impegno guardando a modelli celebri, da Petrolini a Mephisto, da Kean al Presentatore di Cabaret".
Paolo Lucchesini - "La Nazione"

"Aiutato dall'interpretazione di Sebastiano Lo Monaco, un apostolo della maleducazione teatrale, un parente di kean e di Carmelo bene riflesso in una vicenda che ricorda un po' il clima di "Mephisto", Hystrio, era decisamente il personaggio più indovinato".
Nico Garrone - La Repubblica

"Sebastiano Lo Monaco, interpretando il ruolo di Hystrio nell'omonima novità teatrale di mario Luzi, inclina quasi naturalmente (e giustamente) al desiderio narcisistico di kean, genio e sregolatezza, ma poi ha la capacità di tramutarlo in delirio esistenziale, e più ampiamente in angosciosa consapevolezza che la vita pretenda una recita continua, ma anche che questa recitazione dell'attore, in nome di tutti non può collocarsi che in una dimensione utopica che sempre ci oltrepassa".
Gaetano Caponetto - "La Sicilia"

"...Non si può non lodare la fatica di Sebastiano Lo Monaco, che ha tratteggiato in un'altalena di immedesimazione e ironia la figura la figura emblematica dell'attore legato più alle sue finzioni che alla realtà della vita vissuta".
Renzo Tian - "Il Messaggero"

"Sebastiano Lo Monaco, Hystrio, entra in scena dalla platea, alla grande, in frac e tubino come Mandrake, che poi smette per indossare il manto sontuoso e impegnativo di Edipo, adorno di vibrazioni e di trepidazioni da far invidia a Lavia".
Rita Cirio - "L'Espresso"

"Sebastiano Lo Monaco è il protagonista, tutto compreso del suo ruolo, e dotato di buoni mezzi vocali".
Aggeo Savioli - "L'Unità"

DI ANDREA BOSIC:

"Lodevole Andrea Bosic come "dittatore", misurato nel monologare che lo confronta all'astrazione del potere ed alla sua "recitazione", e poi indurito dal dolore di fronte alla figlia uccisa".
Maricla Boggio - "L'Avanti"

"Andrea Bosic, uno straordinario fiero Berek, con accenti di grande autorevolezza, che trova nel finale del monologo sul cadavere della figlia Giulia la tragica serenità d'un re Lear shakespeariano"
Giuseppe Liotta - "Il Giornale di Sicilia"

"Andrea Bosic trovava toni rancorosi e dignità dispotica per Berek".
Gaetano Caponetto - "La Sicilia"

DELLA REGIA:

"La messinscena che è stata curata dal giovane regista Salvo Bitonti, è lodevole per la fedeltà e, appunto, il rispetto con cui il dramma è stato avvicinato e fatto interpretare".
Renzo Tian - "Il Messaggero"

"Lo spettacolo, affidato al giovane regista Salvo Bitonti, misurato e accorto nei tagli (necessari) e negli inserimenti (un brano di Edipo Re) ed attento nel pesare la lettura di ogni verso, ha un suo stile ed una sua dignità, mirando più alla sostanza (la parola) che all'inutile orpello: semplice, ma efficace la scena di Manuel Giliberti".
Paolo Lucchesini - "La Nazione"

"In una scena neutra (di Manuel Giliberti), quasi muro di una città-prigione, il regista scandisce un seguito di asciutti dialoghi e monologhi, ai quali Sebastiano Lo Monaco, nel ruolo del protagonista, reca le accensioni di un teatro talvolta salendo dalla platea, dove interroga il pubblico".
Sergio Surchi - "Il Popolo"


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