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su Paola Borboni nella sua interpretazione di "Madame Pernella"

FIRENZE - I lembi del sipario si scostano appena e l'applauso schiocca irruento: basta un attimo perché gli spettatori delle poltrone centrali scorgano regalmente assisa Paola Borboni. Radiosa, meraviglia delle meraviglie, elegante nel fantastico costume barocco di raso grigio metallico creato da Elena Mannini - una sontuosa gorgiera ornata di trina, un iperbolico, inamidato merletto immacolato che sbuca dietro le spalle, un giustacuore con una rosa ricamata che, insieme con le argentee stampelle divaricate, ci restituiscono l'immagine incredibile, distorta di un immenso insetto uscito da un racconto di Wells Paola Borboni ringrazia con un lieve cenno del capo, prima di diventare per la seconda volta (nel 1979 con Bosetti) la matriarca Pernella di Tartufo, un personaggio ingrato; la sua tirata iniziale, un surrogato teatralissimo del classico prologo, che, una sorpresa dopo l'altra, illumina la figura del bigotto mascalzone Tartufo intrufolandosi nella casa del credulo Orgone, determinato a rovinarlo e a sedurne contemporaneamente moglie e figlia. La voce limpida, tagliente, la consueta dose di ironia, perfettamente, nel personaggio, Paola Borboni incanta, stupisce, soprattutto i molti giovani presenti a questa prima nazionale della Pergola, ma anche si diverte a civettare con un libriccino di sentenze, concetti, ritratti di questo o quel parente, che sbircia disinvolta dribblando con grazia e astuzia sopraffine, se ce ne fosse bisogno, eventuali inciampi di memoria. Grande attrice, grande donna: lunga vita, signora Borboni. Questo Tartufo nato in Sicilia, se ha come guest star Paola Borboni, possiede anche una propria dignità attoriale e, solo nella seconda parte, un dinamismo e una vitalità sorprendenti.
Paolo Lucchesini La Nazione, 28 Marzo 1991

Quando all'aprirsi del sipario, ci appare davanti parata come una Regina Madre, con i suoi verdissimi 91 anni, e comincia la sua filippica contro nuora e nipoti nel ruolo di Madame Pernella, Paola Borboni sembra proprio la rappresentazione allegorica dell'immoralità del "Tartuffe". Ecco una prima ragione - l'apparizione tenera e carismatica della Borboni - per consigliare al Pubblico questa ripresa del capolavoro di Molière.
Ugo Ronfani Il Giorno, 18 Aprile 1991

Paola Borboni, 91 anni compiuti il 11 gennaio scorso, ha aggiunto una nuova perla alla sua straordinaria carriera di primadonna del teatro italiano: la stupenda caratterizzazione che ha fatto, nel Tartufo di Molière, del personaggio di Madame Pernella, la vecchia signora che incombe con la sua straripante personalità sulla casa del figlio Orgone, dove si muove come una bisbetica che non permette a nessuno di contraddirla. Non a caso, perciò, è lei che "apre" lo spettacolo, presentandosi alla ribalta con le sue inseparabili stampelle, e abbandonandosi a un lungo monologo durante il quale malizia e bigotteria si danno la mano per fornire un esempio insigne delle molte corde su cui può giostrare un essere umano che si illude, una volta arrivato al culmine della propria vita, di aver conquistato il traguardo di una suprema saggezza. Al Teatro Nazionale di Milano, dove abbiamo assistito all'eccezionale performance dell'intramontabile matriarca della nostra scena di prosa, quando Paola Borboni ha pronunciato l'ultima battuta dell'irruente monologo in cui distribuiva rimproveri un po' a tutti e, in particolare, a chi si ostinava a ritenere che Tartufo, l'ambiguo personaggio che aveva conquistato il suo cuore oltre a quello del figlio Orgone, non fosse poi il modello di virtù cristiana che voleva sembrare, la platea, che fino a quel momento aveva trattenuto il fiato, è scoppiata in un fragoroso applauso durato un buon quarto d'ora.
Giuseppe Grieco Gente, 30 Maggio 1991

La Madame Pernella di Paola Borboni assolve soprattutto un'ipotesi teatrale, è come una memoria scenica che conferma la necessità di una tradizione illustre. E in questo senso non mancano momenti di autentica emozione.
Dante Cappelletti Il Tempo, 2 Aprile 1991

Si apre il sipario, e Paola Borboni è già là, seduta e quasi troneggiante - come una regina... - in palcoscenico: un costume ampio e sfarzoso riveste, infatti, e rende imponente la sua figura altrimenti esile e minuta, fatta fragile come il vetro dagli anni. Se ne sta sistemata, accomodata in mezzo al palco: che è il suo spazio naturale, casa sua, che non potrà - crediamo - mai abbandonare perché è il luogo dove veramente vive, dove la sua esistenza continua a scorrere e a consumarsi in maniera vivace e gioiosa. Perché c'è ancora, in lei, a 91 anni, la gioia di una giovanissima; o di chi, comunque, ha chiaro in mente quale gioco e divertimento ineguagliabile sia quello di stare in scena. Il pubblico di Firenze, venuto a vedere il Tartufo, al Teatro della Pergola, la investe di applausi e di tanto tanto affetto: e la Borboni sorride, e ricambia con uno sguardo, felice, che si sposta e si dirige su ogni ordine di posti, quasi a voler stabilire un impossibile contatto e una comunicazione diretta con tutti. Poi, recitando, la Borboni ricompenserà il pubblico nella parte di Madame Pernella - con spiccioli sempre preziosi della sua bravura, e del suo arguto e meraviglioso "mestiere": accompagnando con la sua simpatia i mezzi, comunque efficaci, di un'arte padroneggiata - ormai - con una sicurezza ' pressoché istintiva. Poco importa, naturalmente, che la Borboni legga (con la massima disinvoltura) tutta, o quasi, la sua parte, o che non giungano più che frammenti di una interpretazione vera e propria: Paola Borboni in scena è comunque uno spettacolo, e il mito del teatro prende qui, il sopravvento sul teatro stesso, ed è questo mito che risiede un inarrivabile fascino.
Francesco Tei La Gazzetta di Firenze, 28 Marzo 1991


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